Salve a tutti, sono Mario, 29enne della provincia di Foggia laureato in Scie(me)nze Manageriali nell’ateneo “G.D’Annunzio” di Pescara e, come tanti di voi, in cerca di lavoro. Mi piace un sacco viaggiare, ho visitato parecchi paesi esteri e sono rimasto estasiato dal mondo, ho avuto la grande possibilità di poter visitare la R. Ceca, la Francia, la Germania, la Svizzera, la Grecia, la Slovenia, la Croazia e l’Irlanda (sia Nord che sud), vivo col sogno perenne di visitare il Giappone e in particolare Tokyo, anche per la passione che nutro nei manga e negli anime (non chiamateli cartoni animati per favore) nativi di quella terra. Le mie esperienze lavorative passano dagli incubi alle stelle, sono stato poco “choosy” pur di portare a casa la pagnotta e “sfiziarmi” nei viaggi con amici. Ho lavorato come cameriere durante i miei studi, esperienza che consiglio a molti, forma dal punto di vista carente delle nostre università e scuole in genere, esperienza lavorativa, in tutti gli ambiti, è ben diversa dalle nozioni da imparare. Poi, nel percorso post laurea, ho fatto in ordine call center, esperienza a dir poco aberrante (sono durato due settimane), molto passiva e soprattutto frustrante (infinito rispetto per coloro che lavorano nel settore, vi sono vicino), ragioniere in due aziende locali (stessa amministratrice), “ragazzo delle schedine” e barista, ma, l’esperienza che mi ha letteralmente soddisfatto in pieno e di cui sono fierissimo, è stato in qualità di tutor in due progetti europei volti all’integrazione di cittadini extracomunitari con regolare permesso di soggiorno, un’esperienza che definisco bellissima e formante dal punto di vista umano più che professionale. Un’esperienza unica, soddisfacente e remunerata il giusto, ma fatemi dire che non ci sarà mai remunerazione economica appagante quanto vedere questi ragazzi raggiungere gli obiettivi prefissati, e ringraziarti per qualsiasi cosa fatta, da una matita ad una pacca sulle spalle. Il mio compito era principalmente cercare di formare un calendario tenendo conto delle esigenze dei ragazzi, dei docenti, dei mediatori linguistici e della scuola, custodire il registro di classe (con responsabilità civili e penali annesse), comunicare presenze ed assenze all’associazione che poi di conseguenza comunicava alla regione i dati. Cosa non facilissima ma niente è impossibile, basta solo VOLERLO. Il mio metodo era sostanzialmente democratico, ascoltavo tutte le esigenze, mettendo in ordine ovviamente quelle dei ragazzi e quelle della scuola (senza le aule non potevamo svolgere il corso), docenti e mediatori e poi, in fondo alla “scala”, venivano le mie, sono così di natura, cerco sempre di dare il meglio per quanto possibile, spostavo tutti gli impegni se dovevo, viene prima il dovere e poi il resto. Devo dire di aver incontrato in questa esperienza biennale (il corso è durato 6 mesi il primo anno e 4 il secondo), molte persone volenterose e ben disposte ad allietare il lavoro altrui, in particolare ricordo con molto piacere la mediatrice Zhanna (si legge Gianna), una signora russa splendida, genuina e molto simpatica, quelle classiche persone con cui lavorare è un piacere, non un dovere, e Abu, uno dei tantissimi ragazzi africani scappati dalle loro terre e arrivati coi barconi (Salvini, io ne conosco un paio, a differenza tua che parli a vanvera facendo slogan), un ragazzo d’oro, sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andar via, con quei suoi occhioni e quel sorriso a 32 denti ti faceva capire che l’arma migliore è il sorriso per “fottere” la vita, nonostante tutto quello che avesse passato, ciao Abu, so che non leggerai il pezzo, ma ti ringrazio per aver insegnato molto di più tu a me che io e il corso a te. Un doveroso ringraziamento per questa esperienza bellissima va all’associazione Quasar e all’associazione Unisco, rispettivamente di Putignano e di Bari. Ma tralasciando questo bagaglio che mi porto dietro, sono oramai 6 mesi che non riesco a trovare un posto di lavoro che riesco a definire tale, vivo in una situazione assurda in cui il mio ego si rifiuta di essere “sfruttato” ma in questa zona: “se vuoi lavorare questo è!”. Questo mi son sentito dire dalla mia ex datrice di lavoro, mi son sentito umiliato e avvilito, mai un permesso chiesto, mai una giornata di malattia, mai una sana richiesta di riposo nonostante nella stagione vendemmiale avessi lavorato da lunedì a lunedì per circa 11 ore al giorno. Il ringraziamento per tutto questo è stato un bel: ti rinnovo il contratto a metà giornata a paga più che dimezzata, per il mese di Dicembre, poi si vede!!! Ho detto no, e non me ne pento, mi son sentito dare dello “stronzo”, perdonatemi cari imprenditori se il sottoscritto si rifiuta di dare l’altra guancia, ma sapete cosa, io non sono Gesù Cristo, io voglio essere pagato per quel che la legge dice che mi spetta, sono disponibile a lavorare anche 50 ore a settimana, ma voglio essere trattato da uomo, non da schiavo, sarò strano io o siete strani voi che pretendete da una persona piena disponibilità ma quando si tratta di pagare gli stipendi torcete il naso??? Vivo nel sogno che prima o poi qualcosa di elettrizzante e motivante dal punto di vista professionale arrivi, non negandovi che la speranza c’è, ma arrivato a quasi 30 anni mi vedo costretto a valutare l’opportunità di abbandonare la mia terra natia per qualche altra nazione, sempre col mio obiettivo in testa, Tokyo mi aspetta, da turista pero’! Grazie mille per l’opportunità concessami di poter condividere la mia piccola storia. Mario Cardillo
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La storia di “Polignano Made in love” ci viene raccontata da Dionisio e Monica, due dei founder dell’azienda, all’interno di un set composto da bici, pietra bianca, tanto sole ma soprattutto amore per il Sud. Incuriositi da questo nuovo modo di concepire i servizi di intermediazione per il turismo ci facciamo raccontare cosa c’è dietro la volontà di portare a Polignano a Mare, piccolo comune della provincia di Bari, servizi come il noleggio bici, il servizio risciò (che diventa quasi un taxi ecologico ed un nuovo modo di accesso nel centro storico), il servizio apecalessino (ovvero escursioni e tragitti a bordo della mitica Ape) ma soprattutto dietro al turismo esperienziale (inteso come turismo vissuto tramite esperienze di vita e corredato da escursioni in barca, corsi di cucina amatoriali, collaborazioni con masserie). Dionisio Impedovo animato dal classico calore pugliese, descrive quella brillante idea di trasformare l’amore per Polignano, sua città natale, scegliendo di diventare “l’animatore turistico” del mondo che lo ha sempre circondato. Lui sceglie di reinventarsi da una quasi laurea in Ingegneria, ripartendo dalla decisione di seguire le sue passioni: la bici e l’attaccamento alle radici. Punta, per il cambiamento della sua vita, sulla creazione di questa società insieme a Monica Salomone, altra pugliese forte e verace e da sempre nel mondo del turismo (gestore del b&b Santo Stefano all’interno del centro storico dell’omonima città). Dionisio parte dal noleggio bici, nel 2013 fonda insieme al suo amico Gianni l’associazione “Facciamolo in bici”, ma non è ancora abbastanza. Lui, rilancia, rischia i suoi ultimi risparmi nell’acquisto di un risciò e dopo l’incontro con Monica e altri componenti, nel 2014 redigono e vincono un bando regionale rimettendosi sui “libri”. Partendo dalle basi hanno dovuto studiare la regolamentazione di questi servizi, dapprima sconosciuti, per adattarli alle loro necessità. Così nasce “Polignano made in Love”. Questa piccola Startup nell’ambito del turismo nasce dalla scelta di rischiare, lanciandosi “with love”, in una attività completamente nuova per la piccola cittadina, con poco danaro nelle tasche ma dalla loro una grande determinazione nel mostrare quanto sia bello il mare in cui si specchia la Puglia, quanto sia buono il cibo locale, ma più in generale quanto c’è ancora in loro di quei bambini che girano con le bici per i viottoli accoglienti e bianchi della loro città. Provenienti da famiglie semplici, genuine, sono cresciuti a pane e sogni…per Dionisio questa piccola attività lo riporta alle origini da cui proviene, ovvero la terra e l’agricoltura ed entrambi sottolineano, come ci dice Monica: ”Non bisogna avere paura di coltivare un’idea, di essere imprenditori di se stessi, qualsiasi attività si voglia intraprendere il capitale necessario è la VOGLIA di rischiare!” Certo il fattore economico è importante, non dicono il contrario, non sono diventati milionari, non dicono che sia tutto “in discesa”, ma riescono a vivere trasmettendo un insieme di valori e passione, capendo di sentirsi ogni giorno “ricchi” solo per aver valorizzato quello che li circonda. Ricchezza, ci descrivono, è fare ciò che è più spontaneo secondo la propria natura ed averlo trasformato in una fonte di reddito. Un lavoro che, a questi ragazzi, garantisce la possibilità di esprimere la loto socievolezza, la sensazione di una “volata” in bici, la possibilità di essere “Ciceroni” nell’accompagnare i turisti, l’appagamento nella disamina di colori e di profumi nel susseguirsi delle stagioni. Inoltre queste attività hanno avuto anche un grande riscontro sociale: i loro servizi sono diventati anche un punto di riferimento per gli abitanti del luogo. Ci raccontano per di più che gli stessi abitanti della zona, magari i più anziani o anche ragazzi disabili, tramite un risciò o un apecalessino riscoprono le gioie di un giro che, da soli, non potrebbero percorrere. La loro spontaneità e sensibilità gli permette di rispondere alla domanda, da dove nasce un’idea: “Un’idea spesso nasce da un momento di cambiamento, da un desiderio che forse c’è già ma che risiede ancora in un bisogno inespresso..ecco, per avere delle idee forse ci rivolgiamo sempre a quei bambini che sono in noi.” Sostegono altresì che non bisogna mai vergognarsi di qualsiasi idea ma soprattutto di lottare per raggiungerla. Sottolineano come non sia vero che qui in Italia (ed in particolar modo al Sud) il rinnovamento non possa essere possibile. Anzi, fieramente e con occhi fissi, dicono: “Non bisogna combattere il Sud, cambiarlo, lui è così, a volte borbotta ma ha un cuore di risorse inesauribile. E’ questa la sua bellezza”. Noi fermi…guardandoli, pensiamo che forse libertà, sogni e lavoro non siano così distanti anche nel 2017. Monica Montenegro Un ragazzo semplice, un sognatore ed un pugliese. La storia di Vito Sanitate racconta al #ilnostroposto della sua #passione per l’#informatica sin da piccolo, che parte dallo smontare e montare qualsiasi aggeggio elettronico gli capitava tra le mani, poi si evolve nell’unire la passione per la #musica all’informatica. Costruisce un portale per la #musica hip hop ed oggi questa passione si è evoluta e si chiama #SHOUZZ. Leggiamo questa storia dal blog "Bentornati al Sud" – la rete di chi torna o sceglie il Sud come luogo di vita, pur non essendoci nato. Ne siamo colpiti, andiamo a conoscerlo. Dopo un diploma da perito agrario parte per #Bologna. Ci studia lì, si laurea (racconta degli occhi sognanti della madre che lo vedeva laurearsi), inizia a lavorare come dipendente ma con il sogno di creare qualcosa di suo. Lavora poi a #Milano, ma lui sceglie di ritornare a Sud. “E’ lì che c’è la mia famiglia, la mia terra” e, alla domanda “dove è #ilnostroposto?”, risponde: “Il mio posto è qui ora, a #Bari, mi muovo in base alle mie idee, alle possibilità di far crescere il mio progetto. Da #Palagiano (Taranto) sono arrivato all’#ImpactHub di Bari.” Lui ci ha creduto nel #Sud, fortemente, rispondendo che bisogna essere il cambiamento di se stessi, essere liberi di pensare, di immaginare però focalizzando l’obiettivo da portare avanti. E lui ne aveva uno, fisso. Per questo motivo avvia l’attività “#TOCODE” – www.tocode.it nel 2011, e sin da subito crede nel potere del Cloud Computing sviluppando software gestionali fruibili tramite internet. L’attività cresce e, in controtendenza, decide di spostare l’ufficio non al #nord ma a Bari. Crede tantissimo nell’innovazione, infatti non si ferma qui, ma idea e sviluppa un software gestionale Cloud per l’agricoltura “#AGRI” – https://app.tocode.it/agri ; uscirà a breve e sarà totalmente gratuito. Inoltre quest’anno diventa amministratore delegato di un’altra società, “SHOUZZ s.r.l.” - www.shouzz.live Qualche anno fa ha un’idea in cui hanno creduto altri due amici (#LuigiNotarnicola e #CrispinoLanza). Nasce Shouzz che è una piattaforma social dedicata alla #MUSICA #LIVE con la quale i musicisti trovano nuove opportunità di lavoro e pubblicizzano i loro eventi live, e i fan vengono costantemente informati grazie ad un sistema che analizza i gusti musicali e la #geolocalizzazione. Alla domanda “da dove nasce un’idea?” risponde: “L’idea nasce dall’esperienza e dalla cultura. Se hai basi culturali solide inizi a comprendere i bisogni che hai intorno e da lì che nascono progetti che rispondono a quelle idee. Questo lo puoi fare ovunque, basta crederci. Io ho creduto nel #SUD." Decidiamo di tornare per rimanere. Decidiamo di raccontarvi questa storia per dare uno squarcio positivo, come quello che il protagonista ci ha trasmesso con grande semplicità. Quello che abbiamo avvertito è una grande voglia di investire in Italia, al Sud, l'affermarsi in un momento di difficoltà e di continuare a pensare che tutto possa essere possibile. L'intervista completa di Vito, rilasciata su Bentornati al sud potrete trovarla al seguente link: https://bentornatialsud2011.wordpress.com/…/…/vito-sanitate/ |
Autore
Monica Montenegro, 28 anni e mezzo, segni particolari “inquietudine”. Sul curriculum un ultimo lavoro da stagista legale. Lei vorrebbe seguire i suoi sogni, vorrebbe anche scrivere e cercare #ilnostroposto…quello dove nessun ragazzo si sente escluso o non all’altezza delle sue aspettative. Archivi
Giugno 2017
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