La storia di “Polignano Made in love” ci viene raccontata da Dionisio e Monica, due dei founder dell’azienda, all’interno di un set composto da bici, pietra bianca, tanto sole ma soprattutto amore per il Sud. Incuriositi da questo nuovo modo di concepire i servizi di intermediazione per il turismo ci facciamo raccontare cosa c’è dietro la volontà di portare a Polignano a Mare, piccolo comune della provincia di Bari, servizi come il noleggio bici, il servizio risciò (che diventa quasi un taxi ecologico ed un nuovo modo di accesso nel centro storico), il servizio apecalessino (ovvero escursioni e tragitti a bordo della mitica Ape) ma soprattutto dietro al turismo esperienziale (inteso come turismo vissuto tramite esperienze di vita e corredato da escursioni in barca, corsi di cucina amatoriali, collaborazioni con masserie). Dionisio Impedovo animato dal classico calore pugliese, descrive quella brillante idea di trasformare l’amore per Polignano, sua città natale, scegliendo di diventare “l’animatore turistico” del mondo che lo ha sempre circondato. Lui sceglie di reinventarsi da una quasi laurea in Ingegneria, ripartendo dalla decisione di seguire le sue passioni: la bici e l’attaccamento alle radici. Punta, per il cambiamento della sua vita, sulla creazione di questa società insieme a Monica Salomone, altra pugliese forte e verace e da sempre nel mondo del turismo (gestore del b&b Santo Stefano all’interno del centro storico dell’omonima città). Dionisio parte dal noleggio bici, nel 2013 fonda insieme al suo amico Gianni l’associazione “Facciamolo in bici”, ma non è ancora abbastanza. Lui, rilancia, rischia i suoi ultimi risparmi nell’acquisto di un risciò e dopo l’incontro con Monica e altri componenti, nel 2014 redigono e vincono un bando regionale rimettendosi sui “libri”. Partendo dalle basi hanno dovuto studiare la regolamentazione di questi servizi, dapprima sconosciuti, per adattarli alle loro necessità. Così nasce “Polignano made in Love”. Questa piccola Startup nell’ambito del turismo nasce dalla scelta di rischiare, lanciandosi “with love”, in una attività completamente nuova per la piccola cittadina, con poco danaro nelle tasche ma dalla loro una grande determinazione nel mostrare quanto sia bello il mare in cui si specchia la Puglia, quanto sia buono il cibo locale, ma più in generale quanto c’è ancora in loro di quei bambini che girano con le bici per i viottoli accoglienti e bianchi della loro città. Provenienti da famiglie semplici, genuine, sono cresciuti a pane e sogni…per Dionisio questa piccola attività lo riporta alle origini da cui proviene, ovvero la terra e l’agricoltura ed entrambi sottolineano, come ci dice Monica: ”Non bisogna avere paura di coltivare un’idea, di essere imprenditori di se stessi, qualsiasi attività si voglia intraprendere il capitale necessario è la VOGLIA di rischiare!” Certo il fattore economico è importante, non dicono il contrario, non sono diventati milionari, non dicono che sia tutto “in discesa”, ma riescono a vivere trasmettendo un insieme di valori e passione, capendo di sentirsi ogni giorno “ricchi” solo per aver valorizzato quello che li circonda. Ricchezza, ci descrivono, è fare ciò che è più spontaneo secondo la propria natura ed averlo trasformato in una fonte di reddito. Un lavoro che, a questi ragazzi, garantisce la possibilità di esprimere la loto socievolezza, la sensazione di una “volata” in bici, la possibilità di essere “Ciceroni” nell’accompagnare i turisti, l’appagamento nella disamina di colori e di profumi nel susseguirsi delle stagioni. Inoltre queste attività hanno avuto anche un grande riscontro sociale: i loro servizi sono diventati anche un punto di riferimento per gli abitanti del luogo. Ci raccontano per di più che gli stessi abitanti della zona, magari i più anziani o anche ragazzi disabili, tramite un risciò o un apecalessino riscoprono le gioie di un giro che, da soli, non potrebbero percorrere. La loro spontaneità e sensibilità gli permette di rispondere alla domanda, da dove nasce un’idea: “Un’idea spesso nasce da un momento di cambiamento, da un desiderio che forse c’è già ma che risiede ancora in un bisogno inespresso..ecco, per avere delle idee forse ci rivolgiamo sempre a quei bambini che sono in noi.” Sostegono altresì che non bisogna mai vergognarsi di qualsiasi idea ma soprattutto di lottare per raggiungerla. Sottolineano come non sia vero che qui in Italia (ed in particolar modo al Sud) il rinnovamento non possa essere possibile. Anzi, fieramente e con occhi fissi, dicono: “Non bisogna combattere il Sud, cambiarlo, lui è così, a volte borbotta ma ha un cuore di risorse inesauribile. E’ questa la sua bellezza”. Noi fermi…guardandoli, pensiamo che forse libertà, sogni e lavoro non siano così distanti anche nel 2017. Monica Montenegro
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Monica Montenegro, 28 anni e mezzo, segni particolari “inquietudine”. Sul curriculum un ultimo lavoro da stagista legale. Lei vorrebbe seguire i suoi sogni, vorrebbe anche scrivere e cercare #ilnostroposto…quello dove nessun ragazzo si sente escluso o non all’altezza delle sue aspettative. Archivi
Giugno 2017
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