Nel corso dell'ultimo anno tante persone mi hanno detto che 26 anni (ormai 27) non sono nulla e la vita è ancora tutta davanti, ma per me sentivo fosse già tardi ed era necessario dare una svolta alla mia di vita. Un percorso abbastanza standard, o almeno per me lo è stato: liceo scientifico, laurea in Finanza alla Bocconi, sei mesi in Irlanda per imparare la lingua e cercare lavoro, rientro in Sicilia, tirocinio, MBA all'Università di Catania nella sede di Confindustria Ragusa ed infine lavoro (in Sicilia!). Un lavoro di tutto rispetto, considerando la situazione media dei miei coetanei neolaureati e non, ma che aveva tante ore, troppo stress e poche soddisfazioni (personali e monetarie). Nel frattempo la vita personale procedeva in quello che è un posto fantastico si, in una casa con giardino e cane, una vita con i suoi piccoli problemi quotidiani ma che in fin dei conti una vita non male era. Ma purtroppo quella che definisco la sindrome di Bilbo Baggins colpì anche me: la comodità di casa andava ormai stretta, la routine lavorativa aveva preso il sopravvento e il mio fisico rispecchiava ormai il mio decadente stato emotivo. Posso essere arrivato a questo punto a soli 26 anni? Ma davvero la vita è questo e basta? Sai che ti dico? Quasi quasi lascio tutto, mando tutto all'aria e metto tutto in discussione e vediamo che succede...I'm going on an adventure! Dopo un Natale 2016 di particolare stress informo l'azienda della mia decisione di lasciare dopo i due anni e mezzo lì (non fatevi strane idee, non ho mollato un lavoro a tempo indeterminato, semplicemente chiesto che non mi venisse rinnovato per altri sei mesi o un anno), attendo il susseguirsi degli ultimi mesi e finalmente a Giugno, dopo la fine ufficiale del mio rapporto lavorativo, parto due settimane per visitare l'Europa. E sai che ti dico? Viaggiare mi piace assai, ma un viaggiare spensierato, quasi senza limiti e meta, che non ti obbliga a pensare che dopo saresti dovuto tornare a fare la stessa cosa nello stesso posto per un tempo indefinito, un viaggio di scoperta e crescita che riscalda il cuore e ti stampa un sorriso permanente sul viso. Decido comunque di trascorrere il resto dell'estate a Marina di Ragusa, con famiglia ed amici e Laila (cane e coinquilina) perchè sapevo già che quella strada mi avrebbe portato lontano da casa per un po'. A Settembre finalmente riparto, destinazione Barcellona e poi Pirenei, Saint-Jean-Pie-de-Port: si, vado a fare il Cammino di Santiago! Quella che posso definire l'esperienza più intensa e significante della mia vita, che veramente mi ha aperto gli occhi su molte cose ma non perché ti da le risposte, ma semplicemente perché ti rende consapevole della tua forza. E poi il confrontarsi cambia tantissimo: con persone di tutto il mondo, di tutte le età e diverse culture che sono lì per i più svariati motivi ma che hanno un unico comune denominatore: ri-scoperta di sè stessi. Che sia per una pausa momentanea da una vita che piace o meno, o totale distacco da un passato che ormai più bene non va, ci si mette in gioco e si intraprende un viaggio, o meglio un Cammino, che permette di riavvicinarsi prima di tutto al proprio Io, che riesce a dare consapevolezza totale di sè. La sensazione che si prova camminando nelle foreste sulle colline in prossimità di Muxia per poi vedere improvvisamente davanti a te l'Oceano, dopo un mese e quasi 900km a piedi, ti da una gioia così forte che è difficile da contenere, e dopo una doccia rigenerante nell'ennesimo ostello vai sul Monte Corpiño con una Cerveza e Lucky Strike a vedere il tramonto e lì è impossibile trattenere le lacrime e non realizzare quanto tu sia stato bravo, forte e coraggioso ad arrivare fin lì con le tue sole forze. Ed è in quel momento che capisci che tutto in fin dei conti è possibile, se ci metti cuore ed energie, perché in fondo “la vita è quello che vuoi fare” (cit. la mia cara amica Monica Montenegro) Completo i miei quasi 45 giorni di viaggio visitando il Portogallo, posto stupendo e perfetto per il meritato riposo post Cammino, ed infine rientro in Sicilia per l'ultimo mese prima del grande passo: la Nuova Zelanda. Da grande appassionato di Signore degli Anelli, natura e trekking non può che essere lei la terra promessa, fin dai tempi dell'Università è sempre stata il mio pallino, allora feci pure il passaporto per tenermi pronto, ma tra rimandi vari, lacune nell'inglese e manca di sufficiente slancio, ho sempre rinviato e rinviato, ma finalmente il momento è giunto! Un biglietto di sola andata sembra cosa semplice a volte, a volte difficilissima. Lasciare la propria casa, con le proprie comodità ed appoggi, famiglia, amici, animali domestici, cibo, luoghi, persone e tutto il resto sembra a volte una scelta coraggiosissima ed altre un vigliacco fuggire da problemi e difficoltà. Ritrovarsi in un posto totalmente nuovo, completamente ed esattamente dall'altra parte del mondo e parlare una lingua che non è la tua spaventa, ma ti rende così vivo e libero. Non mi sento assolutamente nè un eroe nè un vigliacco, ma semplicemente uno che ha avuto il coraggio di osare, di mettere tutto in discussione, di viaggiare, di ascoltare il proprio cuore. Sto per concludere i miei quattro mesi nella bellissima Queenstown, dove ho lavorato per tre come seafood department assistant (comunemente pescivendolo). Un lavoro che nella sua semplicità mi ha dato tante soddisfazione e gratificazioni da parte di managers, colleghi e clienti, e grazie ad esso ho comprato una macchina, pagato l'affitto, cibo, varie ed eventuali nel tempo libero e messo qualche soldo da parte. Avrei potuto accettare una sponsorship che mi è stata proposta per poter stare qui a lungo termine, ma ho lasciato precedentemente tutto alle spalle per poter viaggiare e vivere sempre cose nuove, fermarmi ora sarebbe totalmente senza senso! Quindi ora mi preparo a mettere tutto in macchina e partire qualche settimana per visitare Southland e Fiordland e fare diversi percorsi trekking, anche di più giorni, per vivere al meglio quello che di più prezioso la Nuova Zelanda ha da offrire: la natura. Il mio posto? Probabilmente sarà questo per i prossimi mesi del mio visto, tra viaggi e lavoretti, dopo chissà, probabilmente un'altra parte di questo enorme e meraviglioso mondo, e perché no anche una scappatella in Sicilia appena possibile. Progetti per il futuro? Si, tanti, seppur vaghi. Al momento ho deciso di vivere e godermi la vita, quella vera, che mi rende semplicemente e genuinamente felice.
Vincenzo Dipasquale
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Monica Montenegro, 28 anni e mezzo, segni particolari “inquietudine”. Sul curriculum un ultimo lavoro da stagista legale. Lei vorrebbe seguire i suoi sogni, vorrebbe anche scrivere e cercare #ilnostroposto…quello dove nessun ragazzo si sente escluso o non all’altezza delle sue aspettative. Archivi
Giugno 2017
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