Ciao Monica, ho appena letto la tua risposta acuminata e appassionata alla “lectio” di Piercamillo Davigo e chiaramente mi ha colpita.
Mi chiamo Alessandra Caravita, vivo a Pisticci (MT), e più di 5 anni fa mi laureai in Giurisprudenza d’Impresa presso l’Università degli Studi di Bari con una tesi in diritto penale (mia grande passione). Quanto ero entusiasta del mio percorso di studi e quante speranze nutrivo in un futuro radioso, avevo voglia di sovvertire il sistema, di cambiare il mondo, di fare qualcosa di concreto per la mia Terra, per la mia gente...oggi, invece, sono una “choosy” avvilita e disillusa! Sono una 30enne con alle spalle una laurea, un master in criminologia, il titolo di avvocato, centinaia di corsi di formazione, stage di ogni sorta presso Comune, Tribunale, aziende private (tutto rigorosamente gratis) e nonostante ciò mi ritrovo senza un soldo, con mille tasse da pagare, ma con una grande passione, il diritto, che purtroppo spesso rifiuta chi non ha "nobili natali" o non può permettersi di trascorrere anni e anni sui libri rincorrendo sogni che potrebbero non realizzarsi. Ci sono giorni in cui aprire un libro di diritto diventa un’impresa sovrumana, giorni in cui non riesco ad intravedere un futuro tra quelle righe che tanto ho amato (perché non so e le amo ancora); giorni in cui vorrei cambiare strada e vita o semplicemente resto seduta a contemplare una pagina con dell’inchiostro nero. Credo che il nostro percorso di studio e professionale sia molto simile, laureate giovanissime, corsi, esami, concorsi, giornate intere trascorse sui libri e tanta buona volontà...bene, tutti sacrifici inutili, se poi veniamo definite colte dai più, ma sostanzialmente l’Italia non sa cosa farse di noi e ci esorta ad abbandonarla! Veniamo rappresentate come le ragazze della porta accanto, tranquille, educate, decorose, però alla fine manca sempre qualcosa...relegate ad un'intera vita da "stagiste", perché è questo il ruolo che la società riserva alle giovani leve (soprattutto se donne!). Quante volte mi sono trovata davanti a gente che con un fastidioso sorriso sarcastico sulle labbra mi ha fatto intendere che in questo Paese bisogna entrare in una sorta di “cerchio magico” per superare un concorso, entrare in un’azienda, associazione, fondazione…per lavorare insomma! E si, caste e privilegio…questo ci ha lasciato chi ora ci definisce “proletari” e ci consiglia di emigrare! Sono davvero stanca! Forse è arrivata l’ora di cercare la quadratura del c.d. “cerchio magico”! Ogni tanto mi sento come una bambina che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorta che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma. Non ho voglia di trattare con la mediocrità, non voglio più assistere a "riunioni" dove sfilano persone gonfie di ego. Non tollero i manipolatori e gli opportunisti. Mi danno fastidio gli invidiosi, che cercano di screditare quelli più capaci, per appropriarsi dei loro posti, talenti e risultati. Odio i difetti che genera la lotta per un incarico...le persone non discutono di contenuti e disconoscono meriti e titoli. Pretendo di non sprecare nemmeno una caramella di quelle che mi rimangono. Perché il tempo è tiranno e non regala se stesso...ma solo la certezza che non si può tornare indietro. Citando il brano di un poeta e saggista brasiliano, Mario Andrade, dico che "voglio vivere accanto a della gente umana, che sappia sorridere dei propri errori, che non si gonfi di vittorie, che non si consideri eletta prima di esserlo. Che non sfugga alle proprie responsabilità. Che difenda i diritti di una generazione allo sbando e che desideri soltanto essere dalla parte dell'onestà e della verità"! Temo di essermi dilungata, però dovevo assolutamente esprimere il mio sdegno nei confronti di chi cerca scoraggiare ed emarginare questa nostra gioventù che tanto ha imparato e tanto ancora ha da imparare...se solo ne avesse la possibilità... Dimostriamo che siamo fatte/i della stessa sostanza dei sogni, che non abbiamo paura di confrontarci con alcuno e che non siamo una generazione di gente a cui non resta che andare via! Buona fortuna a noi! Avv. Alessandra Caravita
1 Commento
vincenzo
6/8/2019 11:50:22 am
necessita fuoriuscire le unghia: per aggrapparsi alla terra natia: per graffiare; per proteggersi; per difendersi; per non farsi umiliare;per pretendere il dovuto per diritto alla vita....i giovani una risorsa infinita ma maltrattati nel nostro paese. scappare certo ma se rtutti scappano chi resta ? chi osa proporre il cambiamento?? rimanere non è facile ma possibile..una voce non è facile che sia ascoltata lo so ma se siamo in tenti qualcuno l'ascolta la voce elevata....intelligenti pauca..
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Autore
Monica Montenegro, 28 anni e mezzo, segni particolari “inquietudine”. Sul curriculum un ultimo lavoro da stagista legale. Lei vorrebbe seguire i suoi sogni, vorrebbe anche scrivere e cercare #ilnostroposto…quello dove nessun ragazzo si sente escluso o non all’altezza delle sue aspettative. Archivi
Giugno 2017
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